sabato 28 luglio 2012

"A noi ci piace così". STAGIONE 1995/1996. SERIE ECCELLENZA

STAGIONE 1995/1996. SERIE ECCELLENZA
Nel corso dell'estate è realizzato il nuovo, spettacolare, striscione: lungo venticinque metri, con la scritta "Samurai Ultras Imperia", nerazzurro, in pvc, fa il suo esordio domenica 24/09/1995 in occasione della prima di campionato contro la Cairese. Una particolarità: per i due samurai disegnati sugli estremi dello striscione si è preso spunto da un tatuaggio. Fanno la loro comparsa, nel corso della stagione, altri nuovi striscioni: " Vecchia Nord", "S.U.I. sez. Milano" e “Ciantafurche”.
La stagione non comincia però nella maniera da noi auspicata: la mancata domanda di ripescaggio e le diffide ancora fresche fungono da deterrente per chi vuole seguire il gruppo. Aggiungiamo, poi, l'inizio stentato della squadra e la presenza di un giocatore, Cassata, più volte nel nostro mirino negli anni precedenti: nei suoi confronti si stabilisce di attuare un atteggiamento di totale indifferenza, anche se la decisione è assai controversa.
In occasione delle prime trasferte, a Chiavari e Cogoleto contro la Pegliese, la nostra presenza è, in ogni caso, garantita. Mercoledì 1/11/1995, ad Albenga, ci rechiamo a bordo di un pullman dal quale scendiamo indossando cinquanta salvagente color arancione... chiaro il riferimento all'alluvione dell'anno precedente. Gli Ultras locali, attoniti per la nostra trovata e zittiti dal nostro tifo, si limitano a minacciarci verbalmente, salvo poi sparire a fine partita, quando tutta la squadra corre sotto il nostro settore a festeggiare la vittoria, al grido "Chi non salta è alluvionato !". Ai giocatori sono lanciati proprio i nostri salvagente, anziché le classiche sciarpe: è uno spettacolo vedere due di loro, Ancona e Alfano, residenti proprio ad Albenga, rientrare negli spogliatoi indossando le ciambelle color arancione.
Ritorna l'entusiasmo, alimentato da una serie di vittorie dei nerazzurri, lanciati all'inseguimento della capolista Sanremese. Componiamo uno dei nostri cori forse più belli, dedicato al nostro bomber: "Tutti insieme noi cantiamo forza Imperia, Pino Alfano, Pino Alfano, Pino Alfano, facci un gol". Questo coro riecheggia fortissimo a Sampierdarena, dopo che l'odiato Cassata realizza i suoi primi due gol in nerazzurro.
La trasferta è spettacolare: in treno fino a Genova Principe e poi in corriera fino a Sampierdarena. Incontriamo, nel bar dello stadio, la madre di Avanzi, con la quale scambiamo baci ed abbracci e scappano anche delle lacrime. Il ritorno in treno è uno sballo, accompagnato da innumerevoli lattine di birra ed altri vizi…
Si va a Migliarina, a Busalla e Ventimiglia, con la squadra che però stenta a tenere il passo della Sanremese. Barlassina è esonerato ed al suo posto subentra proprio quel Pisano che, con il Ventimiglia, aveva contribuito a farci perdere il campionato, due stagioni prima... un’altra scelta azzeccata dopo l'arrivo di Cassata!
Si disputa, finalmente, il derby, al quale ci presentiamo con ben dodici punti di svantaggio. Sono pronte le nuove splendide sciarpe con la scritta "Samurai Ultras Imperia", con gli stessi caratteri del nuovo striscione, in due versioni, raso e pile; dello stesso tessuto i cappelloni, neri con banda azzurra e scritta "Samurai". La vigilia del derby è innervosita dalla notizia della presunta sparizione di uno striscione dei matuziani. Domenica 14/01/1996 allestiamo due coreografie: nel primo tempo tantissime bandiere a due aste nere e azzurre, che ricordano le onde del mare; nel secondo tempo una classica mega fumogenata... una torcia provoca un principio d’incendio, che brucia un lembo dello striscione. Sullo sfondo, in alto, la scritta "Noi vogliamo undici leoni". Le aste delle bandiere della coreografia del primo tempo sono lanciate in campo con due precisi obiettivi: il capitano biancazzurro Piccareta e la brutta scimmia sudamericana Siracusa, verso il quale volano anche delle banane. La ripresa del gioco inizia con dieci minuti di ritardo, nell’attesa che si diradi la fitta nebbia dei fumogeni e che sia ripulito il terreno di gioco dagli oggetti volati in campo. Per l'occasione è realizzato un nuovo video del tifo della Nord e lo striscione "S.U.I. sez. Diano". Gli Ultras matuziani, una quarantina, ripetono per l'ennesima volta la coreografia con i fogli rettangolari bianchi e azzurri, che però non ha una buona riuscita a causa del loro numero esiguo. La presenza allo stadio è notevole, con la tribuna centrale stracolma, per assistere al solito derby non vinto da nerazzurri, che pareggiano a reti bianche.
Il primo posto in classifica è saldamente nelle mani della Sanremese, che termina il girone d’andata, imbattuta e con ben dodici punti di vantaggio sulla seconda: bisogna pertanto mantenere questa posizione per partecipare agli spareggi. Si va a Cairo e poi a Loano dove scoppia l'ennesimo tafferuglio: alcuni “Ultras Albenga”, presenti in incognito, sono da noi riconosciuti ed assediati negli spogliatoi dello stadio, nei quali trovano rifugio.
Si va a Rapallo dove ci sono dei problemi con alcuni carabinieri presenti allo stadio, che non vorrebbero farci appendere gli striscioni: é in quest’occasione che coniamo il beffardo coretto del maresciallo Rocca.
L'ennesima contestazione a Cassata, fa sì che l'indesiderato, finalmente, non indossi più i nostri colori. Si va ancora a Santa Margherita, a Lavagna ed a Pian del Follo: che impresa trovare il campo! Neanche gli abitanti del paesello spezzino sanno di avere una squadra di calcio: arriviamo, così, a partita iniziata, dopo aver ingurgitato, in un bar locale, panini spettacolari ee un ottimo vino.
L’ultima trasferta, prima del derby di Sanremo, è a Ceparana, dove ci rechiamo in pochi, in auto. A fine partita scoppia il delirio: c’è un tentativo d’aggressione e volano calci, pugni e sputi, ma riusciamo a tornare ad Imperia con lo striscione.
Ormai il campionato volge al termine. Per noi ci sono gli spareggi, ma prima c'è il derby di ritorno a Sanremo, dove i matuziani festeggiano la promozione in C.N.D. Domenica 5/05/1996 si parte in treno da Oneglia, in un centinaio: ad Arma di Taggia veniamo fatti scendere e caricati, insieme con una quindicina di nizzardi, schiacciati come acciughe, a bordo di un'unica corriera... che stress ogni curva! Ad accoglierci, a braccia aperte, una cinquantina tra poliziotti, carabinieri e celerini, che in ogni caso non c’impediscono di entrare gratis al "Comunale", per la terza volta in tre anni. Riusciamo anche a far entrare una cassetta di lattine di birra. Ci sistemiamo nella curva solitamente occupata dagli "Ultras Sanremo"... ma come si fa a lasciare il proprio settore ai nemici di sempre? Come si fa a ripetere la stessa coreografia in ogni derby, i soliti fogli bianchi e azzurri? Come si fa a non avere un minimo di dignità ed orgoglio? Al nostro ingresso in curva e durante l'intervallo volano pietre, monete ed altri oggetti da un settore all'altro, fortunatamente senza che qualcuno rimanga ferito. I celerini, non sapendo che fare, pensano bene di caricarci ma è una cosa breve: qualche manganellata e spintone, e si può ricominciare a cantare, fino al delirio dopo il gol del pareggio di Pino Alfano, nel finale, che segna la fine del derby e del campionato. Come di consueto restiamo barricati dentro lo stadio e possiamo uscire dopo un'ora. Durante il viaggio di ritorno si comincia già a pensare agli spareggi.
Il primo incontro si disputa ad Olginate, in riva al lago di Como: riempiamo due pullman, oltre a decine d’auto. L'entusiasmo e l'allegria sono alle stelle, favoriti anche da due damigiane di vino, varie cassette di birra ed altro. All'ingresso del piccolo stadio, i carabinieri c’impediscono di far entrare la damigiana di vino rimasta: poco male, ce la scoliamo tutta prima di entrare, nel vicino prato, improvvisando un pic nic. Nel frattempo il centinaio di magliette stampate per celebrare l'evento, vanno a ruba, anche tra i tifosi bianconeri ed i nostri giocatori. Una volta entrati nello stadio, c'è una sorpresa: alle spalle del settore a noi destinato (una collinetta verde!), c'è un’enorme griglia che arrostisce salamelle a getto continuo... non ci sarebbe neanche bisogno di accendere i fumogeni, vista la fumata bianca che si alza dietro di noi! I tre quarti dei presenti sono tifosi nerazzurri e c'è solo un gruppetto di pseudo Ultras bianconeri posti nella loro collinetta verde, dietro una porta, con uno striscione fatto con i pennarelli. La partita è rocambolesca: in svantaggio dopo nove minuti, con i nostri avversari rimasti in otto, ribaltiamo il risultato con il gol della vittoria realizzato da Pino Alfano al novantacinquesimo minuto. E' il delirio: ci arrampichiamo tutti alla rete di recinzione dello stadio, per abbracciare i nostri giocatori. Questo provoca la reazione di un carabiniere, che strattona leggermente uno di noi, facendogli cadere il pacchetto di sigarette... non lo avesse mai fatto! Scoppia un’accesissima discussione, al termine della quale il carabiniere, cazziato dal suo capo, chiede umilmente scusa al nostro imbufalito esponente. Il viaggio di ritorno è una festa: gavettoni, tafferugli, cori... ed all'autogrill di Dorno, nella scala che porta al bar, all'arrivo della squadra, il coro "Tutti insieme noi cantiamo..." riecheggia in maniera poderosa, terrorizzando i frequentatori dell'autogrill. La gara di ritorno è una formalità: tre a zero al "Ciccione" ed entusiasmo sempre più alle stelle.
La mente è rivolta al secondo decisivo spareggio, a Casale. In città l'attesa è palpabile, i tre pullman, da noi prenotati per l'occasione, sono riempiti in un attimo: comprese le auto al seguito, circa trecento tifosi imperiesi si trasferiscono in terra piemontese.
Domenica 9/06/1996, Casale ci accoglie con un caldo asfissiante e con l’esercito schierato al completo: siamo scortati da una decina di pattuglie dal casello autostradale fino allo stadio. Scesi dai pullman, organizziamo un corteo spettacolare tenuto, a stento, sotto controllo, dalle decine d’agenti in assetto antisommossa, mitra e manganello in mano. Prima dell’inizio della partita c’è ancora un po’ di tempo, e così ci rechiamo nel bar vicino allo stadio, sede di un club di tifosi del Casale: impaurita e con gran senso dell'ospitalità, la proprietaria ci offre tutto quello che ha, gratuitamente... anche alcune bandierine nerostellate, che sono dentro uno sgabuzzino e, se non fosse perché dobbiamo entrare a vedere la partita, ci saremmo portati ad Imperia anche il “calcetto”. Blindatissimi, ci sistemiamo sul lato destro della tribuna: la fumogenata iniziale è un bello spettacolo per i deludenti "Boys Casale”, falcidiati dalle diffide e dalla repressione della questura, che ha decimato anche le tifoserie di Tortona ed Alessandria. Tifiamo alla grandissima per tutti i novanta minuti, umiliando i pochi "Boys" presenti che si esaltano solo in occasione del gol della vittoria nerostellata e, per la prima volta da quando li conosciamo, rinunciano intelligentemente alla loro tipica sassaiola di fine partita. Il ritorno ad Imperia è, nonostante la sconfitta, una festa, con battaglia cruenta sui pullman e rifornimento gratuito nelle aree di sosta.
Domenica 23/06/1996 si disputa il ritorno: la gradinata Nord è piena, mentre nella Sud sono presenti una cinquantina di "Boys" affiancati da numerosi tifosi piemontesi. Allestiamo, come sempre in occasione delle partite importanti, due coreografie: nel primo tempo sventoliamo tre nuovi bandieroni, più decine di bandierine nerazzurre ed anche quelle nerostellate offerteci dal bar dello stadio due settimane prima; nel secondo tempo mega torciata e lancio di decine di rotoli di carta. Il tifo è incessante, nonostante il gran caldo, ma la partita non si schioda dallo zero a zero... l'ennesima beffa si materializza sotto i nostri occhi attoniti. La squadra è in ogni caso chiamata sotto la Nord per l'applauso finale, anche se lo stato d'animo di tutti è facilmente immaginabile. L'ovazione maggiore è per Alfano che, malgrado abbia passato tutta la mattinata in ospedale, ha voluto lo stesso giocare, rischiando la propria incolumità fisica.
A fine partita, nonostante siamo ingabbiati, come di consueto, all’interno della nostra gradinata, alcuni nostri esponenti riescono a scavalcare le mura di cinta dello stadio e a colpire i pullman casalesi, mentre imboccano l’autostrada per far ritorno al loro paesello.
Non ancora smaltita la delusione, è tempo di bilanci. Tre anni in Eccellenza sono troppi e c'è la concreta possibilità di essere ripescati in C.N.D. Con un comunicato esprimiamo esplicitamente la nostra opinione: "In Eccellenza non contate più su di noi... noi che non abbiamo mai tradito i nostri colori, vogliamo più chiarezza sul futuro e maggiore serietà da parte della società nerazzurra". Comincia così una botta e risposta con la dirigenza, che termina con le dimissioni del Presidente Leone, il cui posto è preso da Pino Cipolla. Il primo atto ufficiale del nuovo Presidente è la domanda di ripescaggio in C.N.D., che è accolta immediatamente: finalmente sono finiti i derby rionali, si ritorna ad andare in giro fuori dei confini liguri!

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Tino Cassata uomo vero...S Filippo Albenga nel cuore!

Anonimo ha detto...

va bene raccontare storie..alcune successe veramente ma altre fanno ridere..ma nn si racconta mai quando si fanno figure di merda?? nn esiste tifoseria "unica" come la intendi tu...e raccontare solo le performans vostre!!!! saluti ultras...69

1982 ha detto...

69, visto che sei così bene informato, a cosa fai riferimento?

Brighata! ha detto...

Ti posso assicurare(anonimo12.35)che figure di merda ne abbiamo fatte poche o niente,specialmente da quando la Brigata Alcolica e nata.Anche ad Asti con falsi gobbijuventini,le abbiamo prese,ma quante ne abbiamo date.....Ma tu eri presente?o qual giorno eri sui pattini?O con la finanza a sparare in aria?Forse eri a casa.....

Anonimo ha detto...

faccio riferimento a le cazzate che si scrivono sulla pelle degli altri, poi sai quante ne ho prese nella mia vita cara brigata in 30 anni di questo movimento lo più prese che date...ma sempre raccontato le cose giuste, poi nn è l'importante darle o prenderle ma esserci, io ci sn sempre stato, cazzo ne so io di gobbi, prima di parlare di finanza cn chi nn conosci pensaci, questa e la vostra mentalità ma di tutti al giorno d'oggi, vi sentite attaccati quando nn è cosi, si fa x parlare tutti sappiamo come e contradittorio questo mondo "ultras", si danno e si prendono oppure mi sbaglio

Anonimo ha detto...

cazzo brutta storia ad asti, cmq saprai che astipraia e una bella costola dei drughi qualcuno lo visto e brutta gente se parli di adesso, invece se è successo anni fa nn sò però ci sn sempre stati!!

Brighata! ha detto...

Emmmbe caro anonimo noi della Brigata Alcolica ne abbiamo sempre date e te lo possso garantire.Poi credi a quel che vuoi ma ad un matuziano ,astigiano ventimigliese o argentino 2 schiaffi li an sempre presi.

Anonimo ha detto...

s.filippo di albenga ahahahahahahaha

Anonimo ha detto...

s,filippo neri?vai a dormire....

Anonimo ha detto...

manca un commento che il blogger ha deciso di non pubblicare.......la verita' fa male

im1923 ha detto...

oppure che l'anonimo commentatore non è riuscito ad inviare... ritenta, sarai più fortunato

Anonimo ha detto...

MAHHHHH.............CMQ SE NON SI PUBBLICANO E' PERCHE' SONO VERI!!!!
UN SALUTONE

im1923 ha detto...

simpatico anonimo, ti decidi o no a scrivere 'sto commento così fondamentale così ci togli sta curiosità a tutti?

Anonimo ha detto...

Brigata alcolica parli di schiaffi ai Matuziani?!? Fatti passare la sbornia e ricordati che gli schiaffi da noi li hai sempre presi. Senza i Nizzardi a pararvi il culo a Sanremo non ci venite neanche. Ciao conigli.

Anonimo ha detto...

anonimo delle 23:22 ,perchè dici c****te ? l' ultimo derby di campionato giocato a sanremo aperto agli ospiti noi c'eravamo, e in tanti...e senza nessuno di Nizza....ma voi niente ....ultimo derby di serie D ...voi dove eravate? ....ultimo derby a sanremo....voi dove eravate?abbiamo visto solo manganelli blu...