venerdì 18 luglio 2014

Livorno ad Imperia


In questi giorni il Livorno allenato da Carmine Gautieri si sta allenando all' "Ezio Sclavi" di Arma di Taggia, per preparare la prossima stagione, nella quale parteciperà al Campionato di Serie B, dopo l'amara retrocessione dello scorso Torneo.
Il Livorno ha giocato, nella sua storia, due volte contro i neroazzurri, nel corso della Stagione 1983/1984, Campionato di serie C2. L’Us Imperia 1924 ha un nuovo presidente, il mobiliere brianzolo Bruno Bonacina, ex presidente dell’Orbassano, città nella quale svolge la sua attività imprenditoriale.
Bruno Bonacina, subentrato a Franco Lanteri, è il primo massimo dirigente neroazzurro non imperiese nella storia della società di piazza d’Armi e, per scaldare la piazza, fa un colpo ad effetto, riportando sulla panchina imperiese l’indimenticabile Bruno Baveni, il mister della promozione in Serie C2 e della mancata promozione in Serie C1 nei mitici spareggi del 1979.
E i risultati si vedono: i neroazzurri disputano un’ottima stagione, con una squadra che, in modo
particolare tra le mura amiche del “Nino Ciccione”, è assai temibile.
Le protagoniste del Torneo, sono l’Asti, la Lucchese, lo Spezia, l’Alessandria, ma soprattutto il Livorno guidato in panchina da Renzo Melani.
Gli amaranto disputano quasi un campionato a sé e l’8 gennaio 1984 giungono ad Imperia
imbattuti: l’attesa, in città, è grandissima ed è previsto un grosso afflusso di pubblico dalla città labronica. Al “Nino Ciccione”, però, giungono pochissimi sostenitori toscani, ma il colpo d’occhio è comunque notevole, con circa 1.500 spettatori presenti.
Queste le formazioni scese in campo.
IMPERIA: Pigino, Schiesaro, Tommasi, Conti, Oddone, Bencardino, Valtorta, Fontanesi,
Pietropaolo (Minietti), Discepoli, Quattrini. All. Baveni
LIVORNO: Grudina, Cavarotto, Tognarelli, De Rossi, Bertini (Cozzi), Zinetto, Pontis, Berlini,
Araldi, Ilari, Palazzi. All. Melani.
All’ingresso delle squadre in campo, la Gradinata Nord si illumina a giorno grazie ad una spettacolare torciata e l’incitamento è vibrante.
La prima palla gol è nerazzurra, con Discepoli che al 7’ serve perfettamente Quattrini in area, ma l’attaccante romano spreca tutto, facendosi respingere il tiro da Grudina. Il Livorno controlla la gara, facendo chiaramente intendere che il pareggio in trasferta gli va benissimo.
Ma alla prima occasione è pericolosissimo: al 25’ Pontis si invola sulla fascia e mette al centro
per l’accorrente Araldi che in tuffo di testa impegna severamente Pigino.
È l’unico pericolo corso dalla retroguardia nerazzurra (una delle migliori del torneo) in tutta la gara. In quel campionato la difesa dell’Imperia era formata da giocatori del calibro di Schiesaro, Conti,
Bencardino, Oddone e Tommasi.
Nella ripresa i nerazzurri si rendono pericolosi con un paio di incursioni della veloce ala sinistra
sudafricana Minietti, ma c’è ben poco da fare contro il muro amaranto: a fine stagione, in 32 partite, il Livorno avrà subito solo 7 reti, un record ancora imbattuto nei Campionati professionistici.
L’estremo difensore dei labronici, Gianpaolo Grudina da Decimomannu, infrange il primato di
Ricky Albertosi, ottenuto da quest’ultimo a difesa dei pali del Cagliari scudettato.
Il Livorno vincerà il Torneo senza nemmeno perdere una partita (la gara di ritorno disputata al "Picchi" termina 1-0): 18 vittorie e 14 pareggi in 30 gare. Assieme ai labronici salirà in Serie C1 l’Asti di Ezio Volpi, mentre i nerazzurri termineranno al 9° posto.
A fine stagione, nuovo terremoto societario in casa nerazzurra: Bruno Bonacina lascerà la presidenza ed al suo posto giungerà l’ingauno Werner Rivaroli... Sarà l’inizio della fine per l’Us Imperia.
Una lunga discesa che culminerà con la radiazione del 1988.

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